domenica 1 marzo 2009

L’UAAR Pescara attacca i consiglieri comunali di Vasto

Il Circolo UAAR – Unione Atei Agnostici Razionalisti di Pescara attacca il consiglio comunale di Vasto. Motivo del contendere, i tanto criticati manifesti recanti lo slogan “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”, che sono apparsi nei giorni scorsi in alcune vie di Pescara. In una nota firmata dal coordinatore Roberto Anzellotti, si legge che “Addirittura i consiglieri del Comune di Vasto hanno dichiarato che nel loro Comune verrà applicata una norma di "censura preventiva", dichiarazione di per sé da far rabbrividire ogni spirito democratico; sullo stesso tono le dichiarazioni del gruppo di Teodoro a Pescara. Bisognerebbe, secondo questi signori, cambiare le regole per poter applicare un "filtro" alle idee trasmesse dai manifesti. Chissà in base a quali principi e norme Vasto e Pescara applicherebbero questi filtri?”. Secondo l’UAAR Pescara, infatti, è innegabile che le critiche ricevute per questa iniziativa sono “cose che fanno parte del gioco democratico, e ben vengano le critiche e i dibattiti”. Tuttavia, “guai a impedire di esprimere quel messaggio, quelle "sciocchezze", quelle "inutilità": si impedirebbe la libertà. Ricorrente e prevedibile il richiamo all'offesa, al turbamento della sensibilità di alcuni etc. ma vorremmo chiedere a chi si sente offeso e a chi ha una sensibilità così iperattiva: la vostra sensibilità vale più della nostra? E anche: come si può stabilire se un messaggio è offensivo o meno? Se il messaggio non ricade nei termini prescritti dal codice legislativo, la sua offesa è solo una questione di interpretazione personale”. Dunque, il Circolo UAAR Pescara rivendica la libertà di espressione a doppio senso, chiarendo poi che i suoi manifesti “non sono anticattolici. Sfidiamo chiunque a segnalare una peculiarità esclusivamente cattolica nello slogan dei manifesti. Non abbiamo mai chiesto un incontro con la curia per parlare di laicità; i nostri interlocutori – conclude la nota di Anzelotti - sono le istituzioni pubbliche, non le curie”.

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