martedì 15 febbraio 2011

D'Adamo: "A Lapenna non importa niente di Vasto"

L’ex assessore alla cultura del Comune di Vasto, Francescopaolo D’Adamo, interviene sulle dimissioni del sindaco Luciano Lapenna, con il quale lo stesso D’Adamo ha avuto in passato più di un contrasto: «Le dimissioni del Sindaco, ammesso che siano concrete, non possono essere accolte con soddisfazione da chi come me ha un'unica passione: l’amore per Vasto. Se si è innamorati, si può anche sopportare che la propria amata stia con un altro. L’importante è vederla felice. Anche se costui fa solo finta di amarla. Oggi colui che fino a ieri urlava a destra e a manca “amo la mia città” la lascia come si usa, con un semplice messaggino. Oggi, come Al Capone fece con Bugs Moran, il Sindaco ordina la strage del Presidente del Consiglio Comunale e della sua “banda”. Lo fa nel più cruento dei modi, dimettendosi. Come novello Sansone, primo kamikaze della storia, decide di morire con tutti i Filistei ma senza pensare alle sorti della città. A dimostrazione che di questa non glie ne importa un bel niente. Lui, il Sindaco, pensa solo alla sua “amante”: la politica. Quella politica che lo ha portato a compire “scelleratezze” in ripetuti momenti, decidendo solo quello che piaceva ad “Essa”. Poco male se la città ne soffriva. Ma come il “vitellone” Fausto di felliniana memoria, il sindaco sia pronto a subire le conseguenze. Queste dimissioni saranno il suo ultimo atto di “furbizia”. Non doveva aspettare tutto questo tempo per dimettersi. Doveva lasciare il suo “amore” prima, prima di metterlo “incinta”, prima di scialacquare la sua “dote” e lasciarla in mezzo ad una strada. Ora il suo gesto sa solo di viltà. E come Mathias Schepp per fare un torto alla moglie uccide le sue figlie, così il Sindaco, per colpire l’avversario, abbandona la “sua” (dice lui) città. Non è forse il caso di scomodare Tucidide né paragonare la politica locale alla guerra del Peloponneso; tuttavia, sperando in Tebe, vedo, dopo le lotte tra Atene e Sparta, pronto l’esercito “Macedone”, e allora…».

Nessun commento: