martedì 4 gennaio 2011

Casalbordino, Wwf a Febbo: "Dalla padella del ripascimento alla brace delle mega scogliere a mare?"

Ines Palena, Presidente del Wwf Zona Frentana e Costa Teatina, interviene sull’esito del ripascimento a Casalbordino e replica «alla provocazione lanciata dall’assessore regionale Mauro Febbo, che ci dava appuntamento in primavera per valutare la buona riuscita dell’investimento. Il Wwf locale - dice Palena - ha a cuore non solo le sorti della spiaggia di Casalbordino ma in generale quelle di tutto il litorale abruzzese, occupandosi da anni del problema dell’ erosione e della tutela delle zone costiere. Il monitoraggio su progetti di una certa rilevanza, che comportano una spesa di decine di milioni di euro di fondi pubblici, è previsto dalle norme della Valutazione di Impatto Ambientale, anche se l'obbligo viene quasi sempre disatteso. Per cui è già incredibile che gli unici dati resi pubblici siano quelli di un’ associazione di volontari, seppur formata da persone che hanno anche le competenze necessarie, e non quelli di chi ha la responsabilità, finanziando con denaro pubblico queste opere, di dimostrarne l'efficacia. Abbiamo comunque agito con cognizione di causa: la scelta di misurare la larghezza della spiaggia subito dopo l'intervento e a distanza di 6 mesi, dopo (e non durante, come afferma l’assessore!) le prime mareggiate autunnali, è stata fatta nell’ ottica di rilevare le variazioni a cadenza stagionale. Torneremo con successive misurazioni in inverno e primavera ma, in considerazione del notevole esito dei dati raccolti, abbiamo pensato di offrire queste prime informazioni agli amministratori e ai cittadini che con le proprie tasse stanno finanziando l'opera. Nel merito delle sue dichiarazioni, l'assessore Febbo sembra poi confondere l'aumento del livello marino durante le tempeste con il fenomeno dell'alta marea, notoriamente legato a fattori astronomici che non c'entrano niente con le condizioni meteoclimatiche! Se è vero che durante le mareggiate la sabbia erosa si va a depositare nelle barre sommerse, non è altrettanto scontato che verrà ridepositata in seguito nella stessa zona. In un tratto soggetto ad erosione le correnti ridistribuiscono altrove i sedimenti sottratti, a meno che non ci siano trappole sedimentarie che ne impediscano la dispersione. Addirittura ora qualcuno, come il coordinatore del PDL di Casalbordino Di Cocco, propone di tornare a costruire pennelli e barriere frangiflutto per proteggere l’ intervento, come sostiene. Praticamente si tratterebbe di passare dalla padella del ripascimento alla brace della completa artificializzazione della costa, avendo peraltro sprecato milioni di euro in nome di un metodo di difesa definito “morbido”! Del resto è noto come i ripascimenti siano dei metodi tamponeche non risolvono il problema, a meno che non si facciano nell'ambito di strategie di difesa più strutturali e organiche in grado di sopperire agli squilibri in atto nel sistema costiero, legati ad una molteplicità di fattori, su scala sia locale (come il deficit di apporto solido fluviale) che globale (innalzamento del livello marino dovuto ai cambiamenti climatici). Invece di puntare sul ripascimento o, peggio, su barriere e opere artificiali a mare, una soluzione certamente più a lungo termine è quella di stabilizzare e incrementare la superficie delle dune costiere, che rappresentano- come testimoniano innumerevoli studi scientifici- una barriera naturale contro l'erosione. In molti Paesi, come gli Stati Uniti, la Francia o l'Olanda, per stabilizzare le spiagge, anche in seguito ad interventi di ripascimento, si preferisce restaurare dune preesistenti o ricrearne di nuove.
Diamo quindi appuntamento all'assessore Febbo in primavera, sulla spiaggia di Casalbordino (e delle altre interessate dai ripascimenti di inizio 2010), per verificare insieme lo stato di regressione dei litorali e l'inutilità di certi interventi dispendiosi».

Nessun commento: