domenica 19 luglio 2009

D'Adamo: "Se vogliono cacciarmi, spieghino almeno il perché"

L'assessore alla cultura del Comune di Vasto, Francescopaolo D'Adamo, interviene sulla crisi che sta coinvolgendo l'amministrazione guidata da Luciano Lapenna: "Leggo dai giornali che la crisi sarebbe risolta se non vi fosse una lotta interna al partito di Di Pietro. “Vasto innanzi tutto”. Io non sono un irresponsabile, forse proprio per questo non ho mai pensato di dovermi difendere, politicamente, da qualcuno o da qualcosa, e sia chiaro, non sono “attaccato alla poltrona”, anzi preciso che non mi ci sono mai seduto, giacché, come la città intera può testimoniare, sono sempre attivo, sempre impegnato a fare, ad ascoltare, quando possibile a risolvere. Sono quindi convinto di aver operato bene (anche l’ultima tornata elettorale lo ha dimostrato) e per questo non capisco chi voglia sostituirmi né perché". D'Adamo prosegue: "Il mare in tempesta non mi spaventa, neanche se mi spinge contro gli scogli, per questo sono pronto a restare, così come sono pronto a lasciare, purché si dia ai cittadini una motivazione plausibile e concreta a questa seconda ipotesi. Il mio, come ho già avuto modo di spiegare, può sembrare un caso personale, ma non lo è. Mi sembra, infatti, di rappresentare quelle persone che danno l’anima per un ideale, ma che una volta utilizzate sono prima emarginate poi tolte di mezzo". L’IdV, dice D'Adamo, non può "essere un partito che permette ciò. Contribuirebbe, con questo comportamento, ad allontanare l’elettore dall’urna. Ho stimato Di Pietro ai tempi di “mani pulite”, non l’ho seguito ai tempi dell’Asinello (e io di asini me ne intendo), ho aderito all’Italia dei “Valori” poiché mi riconoscevo in questi. Vasto però viene prima e nessuno può mettere barriere tra me e la mia città. Anche il Sindaco, prima di decidere una eventuale sostituzione, farebbe bene a non considerare soltanto la validità politica della scelta, ma anche quella morale e civica, ricordandosi non solo del carattere “particolare” del suo ex assessore ma anche e soprattutto dei risultati ottenuti prima nella cultura poi nel commercio".

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