D'Adamo: "Ci vorrebbe un corso di educazione al voto"

«Un vecchio adesivo degli anni ’70 ritrovato per caso mi ha fatto ragionare su un problema che ciclicamente si ripete in Italia: quello dell’evasione elettorale». Inizia così una nota di Francescopaolo D’Adamo, ex assessore alla cultura del Comune di Vasto. «Ogni qualvolta che le cose non vanno per il verso desiderato – scrive D’Adamo – il popolo reagisce dichiarando: “Questa volta non vado a votare”. Devo dire che spesso anche io sono stato tentato di farlo, salvo poi scegliere una strada diversa. La strada dell’impegno. Tutti sanno come è finita. Qualcuno ancora mi deride o mi commisera dicendomi: “Chi te lo ha fatto fare! La politica è tutta uno schifo. Io sono anni ormai che non voto più”. Costoro osteggiano solo quelli come me non andando a votare. Quelli che con la politica vogliono portare un po’ di “fare”, un po’ di “coscienza critica”. I professionisti invece cercano solo di mantenere il proprio potere». Per D'Adamo, occorrerebbe «un corso di “educazione al voto”. Un corso che insegni al cittadino che non bisogna votare questo o quel politico perché da sempre è un politico. Non bisogna votare il “comparuzzo” o il nipotino perché “bravo guaglione”. Soprattutto non bisogna votare chi ti promette favori personali. Bisogna votare chi ha idee condivise e sa come queste si possono concretizzare, bisogna votare chi “promette” di operare per il miglioramento della qualità della vita (di tutti) e ci dà “garanzie” di riuscita. E’ in questi giorni che si svolge la Woodstock di Beppe Grillo. Molti di noi che abbiamo vissuto il sogno di Woodstock (ormai 32 anni fa) sorridono disincantati, altri al contrario vedono la fiammella riprendere vigoria, tuttavia è una fiammella. E’ il popolo che con il voto può far ardere quel fuoco purificatore necessario per cancellare il malcostume, la retorica, l’incapacità… insomma la “merda” che tutti vedono, tutti vorrebbero scomparisse ma di fronte alla quale quasi tutti chiudono il naso e gli occhi».