lunedì 29 giugno 2009

"Terra Madre Abruzzo" fa tappa anche al “Museo per l'arte e l'archeologia del vastese” di San Buono

Coinvolge anche il “Museo per l'arte e l'archeologia del vastese” di San Buono l'iniziativa "Terra Madre Abruzzo", promossa da Legambiente, Regione Abruzzo, ministero dei Beni culturali e Icom. Tutto ruota attorno a 7 madonne salvate dal Museo nazionale dell'Aquila che andranno in giro per 7 musei d'Abruzzo a testimoniare la ripresa della vita culturale della regione dopo il sisma del 6 aprile. Dal 29 giugno al 18 luglio sette musei regionali accoglieranno a turno l'arrivo di una statua salvata dal Museo nazionale dell'Aquila ospitato, prima del sisma, al Castello Cinquecentesco e ora trasferito al museo di Celano. In ogni museo prescelto sarà predisposta una stanza, accessibile gratuitamente a tutti, che accoglierà la madonna salvata, con allestimenti video che illustreranno le operazioni di salvataggio da parte dei volontari di Legambiente. Si è già partiti dal museo civico archeologico di Teramo con l'esposizione della Madonna col Bambino dei primi decenni del XV secolo. Il viaggio culturale di una parte importante del Museo nazionale dell'Aquila toccherà poi, oltre a quello di San Buono, i musei di Pescara (Museo delle Genti d'Abruzzo e Casa natale di Gabriele D'Annunzio), Chieti (Museo archeologico nazionale La Civitella e Museo archeologico di Villa Frigerj), Celano (Museo preistorico di Paludi) e Francavilla al Mare (Fondazione Museo Michetti). L'assessore regionale alla Cultura, Mauro Di Dalmazio, ha parlato di "iniziativa importante per iniziare a ricucire un tessuto culture ferito dal sisma" e ha posto l'accento su quella che sarà la politica culturale dell'Abruzzo. "L'impegno della Regione Abruzzo - ha detto Di Dalmazio - sarà quello di fare in modo che tutti gli attori impegnati nel settore riescano a creare una rete, a fare sistema. Quello che voglio è uscire dalla logica dell'autoreferenzialità della cultura, dalla logica del piccolo orticello, dalla logica che porta a coltivare campanilismi istituzionali e territoriali sterili per farli invece diventare veramente localismi virtuosi e peculiari”.

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