mercoledì 13 ottobre 2010

Asl Chieti-Lanciano-Vasto, 30 sindaci contestano Zavattaro

Divampa la protesta dei 30 sindaci del centrosinistra della provincia di Chieti (area frentana e vastese) che chiedono le dimissioni di Francesco Zavattaro, manager della Asl Chieti-Lanciano-Vasto. Una posizione che nelle ultime ore sembrerebbe essere stata assunta anche dal sindaco di centrodestra Filippo Paolini. La miccia si è accesa in seguito alle dichiarazioni del direttore generale, che durante un incontro con il personale sanitario ha detto: "Se dovessi star male non portatemi in un ospedale della provincia di Chieti". Un'affermazione grave che ha suscitato indignazione e innescato una serie di reazioni a catena nel mondo politico. "E' una vergogna: se Marchionne avesse detto una cosa simile della Fiat, sarebbe stato cacciato. Non ce la facciamo più a subire umiliazioni: Zavattaro si dimetta, e con lui l'assessore Lanfranco Venturoni e il sub commissario alla Sanità Giovanna Baraldi". Portavoce del dissenso collettivo nel centrosinistra è il sindaco di Altino Camillo Di Giuseppe, segretario provinciale del Pd: "Chiediamo un cambiamento radicale nel modo di procedere. Fino ad oggi le scelte di questa amministrazione regionale in materia di sanità si sono dimostrate scellerate". Dello stesso avviso anche Antonio Innaurato, presidente della comunità montana Alto Sangro: "E´ una manovra per depotenziare la sanità pubblica in favore delle strutture private. Hanno chiuso ospedali senza avvisarci, senza garantire servizi alternativi al territorio". E il primo cittadino di Frisa, Rocco Di Battista, definisce Zavattaro "un commissario liquidatore della sanità frentana". Dal consiglio regionale, il capogruppo dei Verdi Walter Caporale chiede che "la Giunta prenda provvedimenti e revochi l´incarico". Ma dal canto suo il manager Asl si difende: "Se non avessi avuto fiducia negli abruzzesi e nelle capacità degli operatori della sanità non sarei venuto fin qui a lavorare insieme a loro. Ritengo che si sia scatenato un inutile putiferio su una metafora chiaramente paradossale, citata perché questa Direzione ha in testa un progetto ambizioso: rendere l´assistenza in questo territorio pari a quella prestata negli ospedali delle regioni virtuose. La frase sotto accusa era inserita in un contesto di analisi nel quale si poneva l´accento sull´esistenza di una rete uniforme e indistinta, dove tutti fanno un po´ di tutto, che non tutela realmente nessuno".

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